2. Origine e diffusione dei Licei (1802-1811)

Il Ministro più importante era il Ministro dell’Interno, che aveva competenza anche sulla Pubblica Istruzione ed era rappresentato, nel singolo Dipartimento (l’attuale Provincia), dal Prefetto, che perciò aveva in loco le medesime competenze del Ministro. Padova era il capoluogo del Dipartimento del(la) Brenta. Già la Legge Italiana n. 75 del 4 settembre 1802 sulla Pubblica Istruzione aveva previsto che essa fosse suddivisa in Istruzione Nazionale (cioè Statale) (o “Sublime”) (l’Istituto Nazionale, le Università, le Accademie di Belle Arti e le Scuole Speciali), Istruzione Dipartimentale (o Media) (i Licei, istituiti proprio con questa legge) e Istruzione Comunale (o Media ed Elementare) (i Ginnasi e le Scuole Elementari). Il successivo Decreto n. 117 del 13 novembre 1802 era dedicato proprio all’Istruzione Media ossia all’”organizzazione dei Licei e dei Ginnasi”, descrivendo questi due tipi d’istituti come paralleli ed esclusivi tra loro, il Ginnasio per ogni Comune che fosse almeno una cittadina e il Liceo, dotato di più insegnamenti, per ogni Dipartimento. Da quel momento partì una corsa, in ogni Comune rilevante e in ogni Dipartimento, per avere rispettivamente il “proprio” Ginnasio o Liceo, comunque pubblici, con la conseguente nascita dei Licei di Como (oggi l’“Alessandro Volta”), Milano (oggi il “Cesare Beccaria”), Cremona (oggi il “Daniele Manin”), Mantova (oggi il “Virgilio”), Reggio (oggi l’”Ariosto Spallanzani”), Modena (oggi il “Muratori – San Carlo”), Ferrara (oggi la stessa Università di Ferrara), Faenza (soppresso nel 1815), Bergamo (oggi il “Paolo Sarpi”), Brescia (oggi l’”Arnaldo da Brescia”) e Novara (oggi il “Carlo Alberto”). Tale corsa portò già il 18 febbraio 1803 alla creazione di una specifica Divisione “Istruzione Pubblica” entro il Ministero dell’Interno [1]. E culminò nel Decreto del Ministro dell’Interno n. 76 del 18 dicembre 1804, che istituiva il Liceo del Circondario dell’Adige, il più antico Liceo del Veneto, oggi Liceo Classico “Scipione Maffei” di Verona, il cui centro storico era sin dal 1801 parte dello Stato del Tricolore. Con l’avvento del (primo) Regno d’Italia la prima novità fu la creazione, il 7 giugno 1805, della figura del Direttore Generale della Pubblica Istruzione, che, pur agendo sempre alle dipendenze del Ministro dell’Interno, non era più un funzionario amministrativo, bensì una carica politica, equiparabile a quella di un attuale sottosegretario o anzi vice-ministro, avente competenza appunto sull’intera Pubblica Istruzione. E il giorno dopo, con un Decreto dell’8 giugno 1805, si stabiliva anzi che tutti i Licei divenissero Regi cioè Statali. Il primo Liceo dei territori ex-veneziani di nuova acquisizione fu il Regio Liceo “Eugenio”, fondato a Zara il 24 ottobre 1806 con decreto del Provveditore Generale della Dalmazia, Vincenzo Dandolo, ma, divenuto ormai il Liceo Ginnasio “Gabriele D’Annunzio” di Zara, raso al suolo per sempre dal bombardamento aereo del 16 dicembre 1943. Finalmente, dato che si doveva riorganizzare i Licei, ormai Statali, elevandoli effettivamente al rango dell’”Istruzione Nazionale” ossia avvici-nandoli il più possibile alle Università, con una serie di Decreti Vicereali, emessi tutti il 14 marzo 1807, essi furono tutti trasformati (Decreto n. 44) in Licei Nazionali, precisando: “16. Le case di educazione [cioè i Ginnasi] erette dai Comuni, o tenute da Corporazioni religiose, o da istitutori particolari, potranno, se si distinguono coi progressi dei loro allievi, essere innalzate dal Governo al titolo e rango de’ licei. Dovranno a tale effetto adempiere a tutte le condizioni indicate nel regolamento succitato.” Quest’ultimo era il “Regolamento Organico pe’ Licei”, che prevedeva l’ordinamento dei “Licei Nazionali senza Convitto d’Allievi” ossia “normali”, e dei “Licei Nazionali aventi Convitto d’Allievi”, il nuovo tipo di Liceo, allora introdotto sul modello del citato Liceo di Zara. Culmine dell’Istruzione Media, i Licei Convitti dovevano formare la nuova “gioventù nazionale”, facendo convergere in ciascuno almeno 90 allievi provenienti dalle più diverse città del Regno con esenzione totale o parziale dalle rette per il loro soggiorno continuativo nella scuola, che comprendeva anzi tre “classi inferiori”, equiparabili a una sorta di studio ginnasiale incorporato [2]. Il successivo Decreto Vicereale n. 45, dello stesso giorno, provvedeva anzi a istituire i primi tre Licei Convitti a Venezia (per il Dipartimento dell’Adriatico), nonché (su Licei preesistenti) a Verona e a Novara, i cui eredi sono il Liceo Ginnasio – Convitto Nazionale “Marco Foscarini” di Venezia e i già citati “Scipione Maffei” di Verona e “Carlo Alberto” di Novara. Il successivo Decreto Vicereale n. 46, dello stesso giorno, creò invece i primi tre Licei Nazionali senza Convitto d’Allievi, trasformando Licei preesistenti, a Milano (oggi il citato “Cesare Beccaria”), a Bergamo (oggi il citato “Paolo Sarpi”) e a Mantova (oggi il citato “Virgilio”). Nello stesso giorno il Decreto Vicereale n. 47 nominava i docenti delle Scuole Speciali di Brera e infine quello n. 48 istituiva il Catechismo nazionale. Il Decreto n. 115 del 9 luglio 1807 istituiva altri due Licei Nazionali, uno con Convitto a Ferrara e l’altro senza Convitto a Reggio, entrambi su licei preesistenti, i cui eredi attuali sono la citata Università Statale di Ferrara e il citato “Ariosto Spallanzani” di Reggio. Poco dopo, il Decreto Vicereale n. 121 del 25 luglio 1807 istituiva altri cinque Licei Nazionali senza Convitto d’Allievi, tutti in nuove sedi, per il Dipartimento del Bacchiglione a Vicenza, per quello del Piave a Belluno, per quello del Tagliamento a Treviso, per quello di Passariano a Udine e per quello d’Istria a Capodistria, con la novità data dal fatto che tutti i loro docenti, come di qualsiasi altro istituto, scolastico o universitario, della Pubblica Istruzione, avrebbero dovuto essere nominati solo previo concorso per titoli ed esami. Le relative nomine furono perciò emesse solo con i Decreti Vicereali del 2 gennaio 1808: il n. 4 per il Liceo Nazionale di Vicenza, il cui erede è il Liceo Ginnasio “Antonio Pigafetta” di Vicenza; il n. 5 per quello di Belluno, il cui erede è l’I.I.S. “Licei Galilei-Tiziano” di Belluno; il n. 8 per quello di Treviso, il cui erede è il Liceo Ginnasio “Antonio Canova” di Treviso; il n. 12 per quello di Udine, il cui erede è il Liceo Ginnasio “Jacopo Stellini” di Udine; e il n. 14 per quello di Capodistria, il cui erede è il Ginnasio “Gian Rinaldo Carli” di Capodistria (ora in Slovenia) (nella stessa sede del 1808 e sempre con lingua d’insegnamento italiana!). A riprova del sempre più marcato allontanamento tra i nuovi Licei Nazionali e i vecchi Ginnasi Comunali, il Decreto Vicereale del 5 gennaio 1808 definiva gli insegnanti delle prime tre classi “inferiori” degli stessi Licei Convitti con il termine “Maestri”, riservando quindi il termine “Professori” solo ai docenti delle classi del vero e proprio Liceo, nonché dell’Università. Con Decreto Vicereale del 28 giugno 1808 vennero poi istituiti, tutti su nuove sedi, i tre Licei, con Convitto di Urbino, e senza Convitto di Fermo e di Macerata (tutti soppressi nel 1815). 

Perciò tutti i Dipartimenti del Regno d’Italia avevano avuto i loro rispettivi Licei, tranne quelli dell’Adda a Sondrio (per un semplice ritardo), del Reno a Bologna e del Brenta a Padova (per motivi strutturali). Come mai? Fino ad allora il motivo era dovuto al fatto che il Liceo Nazionale, come pure il Ginnasio Comunale, erano considerati istituti in grado d’insegnare discipline universitarie e quindi di anticipare e così di “condonare” analoghi corsi universitari; ciò aveva comportato, fin dalla Legge Italiana n. 93 del 24 novembre 1803, il divieto di creare sia Licei, sia Ginnasi, pubblici, nelle città sedi universitarie, cioè Pavia, Bologna e dal 1806 Padova. Ma la tendenza dei nuovi Licei come Licei Nazionali ad avere carattere sempre più pre-universitario portò al Piano d’Istruzione Generale del 15 novembre 1808, in cui si prevedeva che tutti i Licei divenissero effettivamente Licei Nazionali, che alle loro normative si adeguassero persino i Ginnasi, pubblici e privati, e che si predisponessero in tutti gli istituti discipline parauniversitarie per il tipo di facoltà universitaria a cui l’allievo potesse essersi orientato. La conseguenza finale fu la soppressione di tutte le cattedre universitarie del primo anno, comune, di corso di laurea. E quindi venne meno, di fatto, la ragione del divieto d’istituire Licei e Ginnasi pubblici in città sedi universitarie, compresa Padova. 

Ciononostante, ogni sede universitaria, Padova compresa, continuava ad avere solo Ginnasi privati, ecclesiastici. Ma nel frattempo la clausola, prevista dal citato articolo 16 del Decreto Vicereale n. 44 del 14 marzo 1807, fu sfruttata proprio allora. Infatti il Dipartimento del Rubicone aveva già, sin dal 1802, il proprio Liceo, anche se non nel suo capoluogo cioè a Forlì, bensì a Faenza (soppresso nel 1815). E tuttavia il Comune di Ravenna aveva ottenuto che nell’ex-Convento di Classe fosse insediato un Collegio (del Comune) di Ravenna in Classe, chiedendo poi, in base all’articolo citato, che esso fosse elevato “dal Governo al titolo e rango de’ Licei”. Ed Eugenio, con Decreto Vicereale del 21 marzo 1809, lo trasformò nel Liceo Convitto di Ravenna (oggi il “Dante Alighieri”). Tuttavia tale nuovo istituto non era un vero e proprio Liceo Nazionale, perché le tre classi inferiori (ginnasiali), nonché il Convitto, restavano comunque comunali, mentre solo le vere e proprie classi liceali erano statali. Ma comunque gli si diede un’unità come Liceo Convitto, con autorità d’istituto tutte nominate dal Governo. Questo fu il precedente prossimo per il caso di Padova.

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Figura 7. Giovanni Scopoli, Direttore Generale della Pubblica Istruzione d’Italia (1809-­‐1814) in tarda età (1850 circa) ancora con il nastro di Ca-­‐ valiere dell’Ordine italiano della Corona di Ferro.

Esso fu affrontato e risolto da tre personaggi pubblici. Il primo a comparire in scena fu il nuovo Prefetto del Dipartimento del Brenta, nominato il 12 aprile 1809: Bonaventura Zecchini. Gli altri due, ben più importanti, furono entrambi nominati il 10 ottobre 1809: il nuovo Ministro dell’Interno, Luigi Vaccari, e il nuovo Direttore Generale della Pubblica Istruzione, Giovanni Antonio Scopoli (vedi immagine in tarda età). Nel frattempo Eugenio proseguì il suo programma con il Decreto Vicereale del 1° aprile 1810, che trasformava in Licei Nazionali anche i preesistenti Licei di Cremona (oggi il citato “Daniele Manin”), Brescia (oggi il citato “Arnaldo da Brescia”), Modena (oggi il citato “Muratori - San Carlo”), Como (oggi il citato “Alessandro Volta”) e Faenza (soppresso nel 1815). 

E finalmente si arrivò alla vera svolta del caso padovano, determinata dal Decreto Reale del 25 aprile 1810, con cui da Compiègne il Re d’Italia Napoleone sopprimeva tutti gli Ordini religiosi e ne nazionalizzava i beni. Tale Decreto Reale venne pubblicato nel “Giornale Italiano” il 10 maggio 1810, diventando così solo allora di pubblico dominio pure a Padova, dove seminò il terrore.

1- Il primo emendamento costituzionale in tema di Pubblica Istruzione, risalente al 2 maggio 1803, fu il seguente: “In una Festa nazionale che si rinnova ciascun anno la prima domenica di giugno, il Governo, a nome del Popolo Italiano, offre rendimenti di grazie a Dio, atti di riconoscenza a Napoleone Bonaparte fondatore e restauratore della Repubblica; distribuisce premi agl’industriosi, doti alle figlie dei benemeriti Cittadini; celebra giuochi pubblici.”. In occasione del primo svolgimento di essa, nel giugno 1803, così si espresse un Italiano di allora: “[…] Dono d’amico/ riede, e d’auro ha le chiome/ il dì che patria anch’io/ m’ebbi, e soave mi suonò nell’anima/ di cittadino il nome./ Nome sacro, onorato,/ che tutti abbracci e temperi/ dell’uom dritti e doveri in armonia./Onde forza ha lo Stato,/ e per alterni vincoli/ la consonanza socïal si cría;/ fra i superbi tu suoni/ stolta cosa aborrita,/ e terror metti ai troni:/ ma di te sol s’adorna ogni magnanimo,/ a cui la patria è vita. […]” (Vincenzo Monti, Fior di mia gioventude).
2-Il 14 marzo 1807 fu anche il giorno in cui nacque il primo figlio dei Viceré d’Italia Eugenio e Augusta Amalia, cioè Giuseppina (capostipite di tutti i re di Svezia sino a oggi). Unendo le due nascite, dei Licei Nazionali e di Giuseppina, così si espresse Vincenzo Monti nella sua Ode “Il Decreto del XIV Marzo MDCCCVII”: “Da questa Cuna espandesi/ d’alta clemenza un raggio,/ che i mesti padri esilara,/ tolti i figli all’oltraggio/ di povertà, che al misero/ chiude le fonti d’ogn’idea gentil. […] Le due Sorelle artefici [“il patrio Amore” e “il Genio”]/ sclamàr giulive e schiette:/ care son l’Arti all’Italo,/ tu all’Arti in Te protette./ Salve; mercè del merito/ daran gli alunni, che Tu svegli, un dì. […]”